Di Giuseppe Telaroli – Cantiere nautico Telaroli,Venezia
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Caro Babbo Natale,
avendo già superato l’età della pensione, con la vecchiaia si ritorna a sognare. E, come i bambini, ho pensato a te come ultima àncora di salvezza, per evitare la distruzione della mia città (Venezia) e della sua laguna ad opera del moto ondoso. Siamo ormai alle soglie dell’anno nuovo: in cento anni la tecnologia ha progredito più che nei precedenti venti secoli. La medicina, il conoscere, il sapere dell’uomo hanno fatto passi giganteschi rendendo la vita sempre migliore. Solo a Venezia e nella sua laguna succede il contrario tanto che per i gondolieri diventa sempre più difficile lavorare. Chi nella laguna trovava un’oasi di pace, di prosperità, di sano svago, chi viveva di pesca, di vita allo stato naturale, ora non più farlo a causa dei danni provocati da una troppo privilegiata casta di persone, che per fare più viaggi giornalieri e guadagnare di più, per un po’ di minuti in meno di tempo nel tragitto “turistico”, trasportano sempre più velocemente gli ignari turisti, con un uso esasperato di imbarcazioni a motore dotate di potenze elevate non necessarie: con la loro scia e onda provocano lo sfascio di rive, fondamenta, monumenti, palazzi, barene e velme. Di un patrimonio di valore straordinario e incommensurabile. Ma, credimi, il rimedio esiste. Sì, esiste. Tu che vivi tra le nevi all’estremo Nord (e forse d’acqua e di laguna non conosci l’entità fisica né i problemi) usi un mezzo di locomozione che ha qualcosa d’affine con quanto servirebbe qui da noi, eredi della gloriosa “Serenissima”. La tua slitta non ha bisogno di tanta potenza per essere trainata così velocemente ma solo di poche renne. Essa lascia con i suoi due pattini una scia impercettibile sulla impalpabile polvere di neve, che l’accarezza ad ogni suo passaggio rispettando tutti e tutto l’ambiente. Con la conoscenza dell’ostile ambiente invernale in cui operi e con la tua esperienza, hai perfezionato il mezzo più idoneo, più ecologico e veloce: anche se sempre “stracarico di doni” non affatica le tue renne.
Nel nostro caso, invece, e so che mi perdonerai, abbiamo scafi “stracarichi di turisti”, quindi tanti cv, cioè cavalli. Nella nostra laguna, l’uomo continua ad usare cavalli per velocità eccessive, carene superate che con la loro scia e onda alla lunga distruggono tutto. Eppure la soluzione ci sarebbe: oggi esiste la carena a doppio pattino (come la tua slitta) chiamata “a catamarano” o “a tunnel”, che consente la navigazione usando la metà della potenza, trasporta il doppio di persone rispetto un pari stazza monocarena, lascia al suo passaggio una modesta onda e una scia leggera proprio come quella della tua slitta, rispettando l’habitat naturale.
Leggendo queste righe Ti chiederai come tutto questo sia possibile. Hai ragione: Tu che conosci così bene i bambini, non ti stupirai però della protervia degli adulti, tanto presi dall’ingordigia, dal desiderio di guadagno senza limiti, mai capaci di pensare al prossimo, pronti solo ad assecondare la cupidigia (di qualsiasi colore essa possa essere), distruggendo tutto per il Dio denaro, sordi alle lagnanze e ai consigli di tutte le persone oneste di questa città unica al mondo.
Quello che Ti chiedo, caro Babbo Natale, è il dono più grande che un uomo possa ricevere: illumina le menti, fai aprire i loro occhi, le loro orecchie, il loro cuore: rendi più umili chi ha voluto il potere del denaro. Rendi meno ingordo chi solca la laguna.
Grazie di cuore.