Di Gianalberto Zanoletti, Ugo Baravalle e Riccardo Cepparo
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L’altra sera eravamo a cena dai comuni amici Cepparo e naturalmente, con la sempre cortese pazienza delle nostre rispettive signore, l’argomento di conversazione verteva quasi unicamente sui nostri amati motoscafi d’epoca.
Chiacchierando del più e del meno sono emerse delle curiose considerazioni alle quali personalmente non avevamo mai pensato e che ci hanno incuriosito.
Penso possa far piacere agli altri appassionati venirne a conoscenza.
L’argomento è: siamo abituati ad usare normalmente automobili, e comunque mezzi di trasporto motorizzati come moto, aerei e motoscafi (che per maggiore semplicità d’ora in poi quasi ignoreremo, parlando solo delle automobili), fino a quando diventano obsolete e conseguentemente gettati. Raramente, per qualche caso fortuito qualche esemplare sopravvive. Da questa considerazione nasce la nostra filosofia ASDEC di salvaguardia del passato, che stabilisce che un mezzo diventi d’epoca dopo 25 anni, ossia nel momento in cui il suo valore è in assoluto il più basso e conseguentemente è massimo il rischio che venga buttato via. Negli anni successivi al venticinquesimo o giù di lì, il valore di questi mezzi motorizzati comincia, anche se leggermente, a rivalutarsi perché cominciano ad essere nobilitati dall’età e ad avere quel sapore che le rende affascinanti e appetibili, e conseguentemente ricercate e valorizzate.
Oggi usiamo per esempio le Giuliette e le Aurelie .... e oggi cominciano ad essere d’epoca anche le prime automobili equipaggiate con centraline elettroniche tipo Lancia Delta ecc..........
Ma la generazione delle automobili senza elettronica sarà l’ultima che avrà la possibilità di essere usata in futuro.
Il perché è abbastanza semplice: le automobili e più in generale i motori, circa una quindicina d’anni fa hanno cominciato ad avere un contenuto d’elettronica che poi è sempre aumentato negli anni, sino ai mezzi più recenti in cui tra centraline, comandi elettronici e un’infinità di gadgets, l’elettronica è sempre più preponderante.
Quando queste automobili d’oggi saranno d’epoca ossia circa nel 2020/2030 potranno si essere usate, ma solo fino a quando uno qualsiasi dei vari computer di bordo si romperà.
Allora nessuno riuscirà più a ripararli perché, per quanto ne so, non si può riparare un computer in maniera artigianale.
Al contrario della meccanica dove la cosa è sempre possibile; anche se talvolta con difficoltà: un pezzo di zama di un carburatore ad es. che, dopo svariate decine d’anni è “cotto” e non più utilizzabile può, magari con un notevole dispendio di danaro, (cosa spesso comunque conveniente) essere ricostruito manualmente.
Magari utilizzando pressofusioni o al limite anche in altri metalli per esempio ottone o alluminio. Al contrario, una centralina elettronica che in pratica è un computer molto specifico che si è rotta, non credo, come dicevo prima potrà mai essere aggiustata artigianalmente. Dovrà invece essere sostituita. Ma chi costruisce queste centraline sono a loro volta dei complessi robot/computer i quali a loro volta fra 30 anni saranno già stati demoliti da tempo. Pertanto arriverà il momento – certamente lontano, ma arriverà - in cui non ci saranno più né le centraline di ricambio né il robot/computer che potrebbero ricostruirle. Anche ammettendo che esisteranno ancora negli archivi delle case costruttrici gli schemi teorici di queste centraline, temo che la loro ricostruzione non sarà ugualmente più possibile, perché dubito che si potranno trovare in quel domani i pezzi di ricambio ossia i componenti con cui la centralina stessa è stata eseguita. Un po’ come è sempre più difficile e sarà sempre più difficile in futuro trovare le valvole delle radio di 60/80 anni fa. Pertanto assolutamente in linea con la mentalità d’oggi dell’usa e getta, le macchine d’oggi e del futuro, quando saranno vecchie saranno semplicemente degli oggetti statici per i quali l’unica destinazione, se si vorrà comunque conservarli, sarà l’essere chiusi all’interno di un museo o di un capannone senza la possibilità di essere usati mai più.
Pertanto teniamoci ben care le nostre care auto e i nostri amati motoscafi d’epoca perché saranno in futuro sempre più rari, desiderati e ricercati.
A questo nostro articolo è seguita una risposta da un grosso esperto del settore informatico, l’Ingegner Mauro Famagrossa che con queste parole ha confermato le nostre considerazioni:
In effetti non sarà semplice trovare ricambi elettronici, in futuro.
Questo vale per le centraline delle auto ma anche per qualsiasi altro oggetto che incorpori dei circuiti o, più in generale, qualsiasi alta tecnologia.
Sempre di più, senza i mezzi dei grandi gruppi industriali, non saremo in grado di ricostruire o riparare quasi nulla.
Non è semplicemente una questione tecnologica di fabbricazione, ma anche di conoscenza, di software. Ad esempio, in una "banale" centralina elettronica per il comando dell'iniezione/accensione, oltre all'elettronica, c'è un programma ed una discreta quantità di dati tabellari frutto di decine di anni/uomo di lavoro.
Anche ritrovando una centralina compatibile con un certo modello d'auto, dovremmo ricaricare il software specifico.
Tra l'altro, forse non tutti sanno che le memorie di queste centraline sono circuiti di tipo eprom o eeprom che perdono il loro contenuto in una ventina d'anni, talvolta anche in molto meno.
L'unica consolazione è che l'elettronica, in generale, non subisce molto l'usura e non si deteriora particolarmente nel tempo, almeno negli apparecchi "statici".
Ma le centraline, ovvero circuiti in movimento, invece, subiscono sollecitazioni meccaniche, termiche ed elettriche che ne riducono drasticamente la durata.
D'altra parte, le auto, come tutti i mezzi con motore a combustione, nel futuro incorreranno probabilmente in altri problemi che ne impediranno di fatto l'uso; i combustibili fossili potrebbero esaurirsi oppure potrebbe diventare illegale o immorale circolare se non con motori a bassissimo impatto ambientale, ad es. elettrici o a fusione nucleare fredda... Già ora non si trova più la benzina con piombo ed in città è spesso necessario avere la marmitta catalitica.
Forse sono troppo pessimista (od ottimista!).
Mauro Favagrossa
Inoltre, sono arrivate ulteriori osservazioni dall’ Ingegner Francesco Cicogna, che ci ha scritto:
Mi trovo d’accordo con la tesi dell’articolo, anche se a mio avviso c’è anche un’altra motivazione che farà scomparire le auto d’epoca come sono intese finora: la quantità prodotta.
Non dimentichiamo che le auto oggi vengono fatte con volumi enormemente superiori a quelli di una volta. Perfino la Ferrari nel 2003 ha consegnato quasi seimila auto.
Le macchine d’epoca oggi sono interessanti in quanto sono le pochissime rimaste delle poche prodotte. Domani, le superstiti saranno comunque tantissime e questo toglierà molto fascino al collezionismo.